Federico De Roberto

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Nacque a Napoli nel 1861, da Federico senior, ex ufficiale di stato maggiore del Regno delle Due Sicilie, e dalla nobildonna di origini catanesi Marianna Asmundo. Trasferitosi con la famiglia a Catania nel 1870 dopo la dolorosa perdita del padre, Federico visse all’ombra gelosa e possessiva della madre.

Ad una prima formazione scientifica, affiancò anche l’interesse per gli studi classici. Il suo esordio letterario avvenne con il saggio Giosuè Carducci e Mario Rapisardi. Polemica, pubblicato a Catania dall’Editore Giannotta nel 1881. De Roberto fu presto conosciuto negli ambienti intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, critico e giornalista sulle pagine di due settimanali di Catania e Roma: il Don Chisciotte e il Fanfulla della domenica: del primo fu anche direttore dal 1881 al 1882, sul secondo scrisse dal 1882 al 1883 sotto lo pseudonimo di Hamlet.

Ebbe modo di conoscere Capuana e Verga con i quali strinse una salda amicizia. Nel 1883 raccolse in un volume dal titolo Arabeschi, tutti i suoi scritti di arte e letteratura. Decisivo fu l’incontro con Paul Bourget (18521935) e il trasferimento a Milano nel 1888 dove Verga lo introdusse nella cerchia degli Scapigliati, e conobbe Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa e Giovanni Camerana.

Durante il suo soggiorno milanese collaborò al Corriere della Sera e pubblicò diverse raccolte di novelle e romanzi, fra i quali quello che è considerato il suo capolavoro, I Viceré (1894). Nel 1897 ritornò a Catania dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1927.