Acireale

Acireale

Luogo di celebri miti cantati dai poeti dell’antichità, Acireale è legata al destino dei due infelici amanti Aci e Galatea. Disteso tra l’Etna e il mare, il territorio è sempre stato abbondante d’acque, ricche anche di qualità
salutari. La Città, di grandissimo interesse artistico-monumentale, è caratterizzata da un barocco particolarmente enfatizzato dall’uso magistrale della pietra bianca e della pietra nera. Un itinerario attraverso chiese e palazzi nobiliari, slarghi e scenografiche piazzette, decorazioni sontuose e gli affreschi del pittore acese Pietro Paolo Vasta (vissuto nel Settecento), vi consentirà di cogliere i momenti più importanti della cultura e dell’arte di Acireale, gioiello del Mediterraneo.

In uno spazio geografico quasi triangolare, compreso tra le colline pedemontane etnee e la marina jonica da Stazzo ad Acicastello, si è sviluppato, nel corso di due millenni, l’insediamento di tanti piccoli borghi con alterne vicende dettate dall’acqua e dal fuoco del vulcano. Fin dal XII secolo, nove di questi insediamenti hanno preso nome da Aci, il pastore figlio del re Fauno, innamorato della ninfa Galatea, ucciso per gelosia dal gigante Polifemo e fatto rivivere da Zeus trasformato in fiume.

L’insediamento abitativo risale alla civiltà dei Siculi che soccombettero alla colonizzazione greca. I Romani se ne impadronirono nel III secolo a. C.. Nel periodo normanno si sviluppò un ricco artigianato con mercati periodici. La Terra di Aci includeva tutti i nove insediamenti il cui nome deriva dal toponimo Aci e fu infeudata, fin dal XII secolo, al vescovo di Catania Angerio ed ai suoi successori. Ciò continuò sotto il dominio svevo, angioino ed aragonese.

Nel 1531 un’assemblea di “habitaturi” acesi raccolse i fondi necessari a riscattare la libertà della Terra, costituirsi in Universitas ed essere Città demaniale dipendente dalla Corona di Spagna cui la Sicilia apparteneva. La libertà fu mantenuta anche sotto i Borboni finchè Acireale, da secoli separata dalle altre Aci, passò ai Savoia con l’impresa dei Mille.

Acireale (161 m s.l.m. 53.160 abitanti) è oggi una cittadina vivace con forti tradizioni religiose (vi sono tredici santuari Mariani ed è Diocesi Vescovile dal 1844) e un antico e famoso Carnevale. Il centro della città presenta una catena di piazze disposte a raggiera attorno alla piazza Duomo, entro la quale, nel ‘600, si svolgevano le Sacre Rappresentazioni e la Fiera Franca di Santa Venera; servite da strade con effetti scenici barocchi, formano un tessuto connettivo urbano suggestivo con bei palazzi del ‘600, ‘700 e ‘800. I corsi Savoia ed Umberto, pur di realizzazione più tarda, presentano una scenografia barocca.

Il 30 Novembre 2005 con proprio Decreto il Presidente della Repubblica ha concesso al Comune di Acireale il titolo di Città”.

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Gennaio

festa di San Sebastiano con processione solenne. Il fercolo del Santo è montato su un carro di legno (detto “Vara”) che sfila lungo le vie della città.

Carnevale

“il più bel carnevale di Sicilia”, con sfilata di carri allegorici, carri infiorati, gruppi in maschera, concerti, spettacoli.

24-27 luglio

festeggiamenti in onore della patrona Santa Venera con tradizionali manifestazioni folcloristiche, rappresentazioni teatrali e spettacoli in genere.

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