Sais Autolinee Caccamo
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Dominatore da un costone di roccia, ecco il castello di Caccamo! Muta sentinella di pietra, con la sua mole possente emerge dalle nebbie del tempo che avvolgono l’origine di Caccamo. Tra leggenda e Storia. La Storia della Sicilia scritta su pagine di pietra che non ci si può mai stancare di sfogliare.
Dalle nebbie delle leggende ecco i primi riferimenti alla sua origine. Furono i Greci tra il V ed il VI secolo a.C. (con il nome derivante da Kakkabe, ossia pernice, presenza abbondante nella zona)? Oppure, i Cartaginesi dopo la disfatta di Himera del 480 a.C. (Kaccabe richiamerebbe l’antico nome della loro patria…)? O i Bizantini (presenza legata ai cenobi di monaci basiliani, tra i quali S. Nicola dei Némori, nei pressi di Cucumo)? Oppure gli Arabi (come indicherebbero i toponimi Rabbato, Ienzana, Zafarana, Maurici, Calabruni, Medinìa, Favara, Pitirrana, Zarbo…)? Per arrivare alla possibile origine derivante dal siciliano Càccamu, frutto dell’albero di loto o dal latino Cacabus (caldaia).
Dal mito alla realtà. Partendo dal 1093, le vicende del borgo seguono le strade della Storia. I coniugi normanni Goffredo e Adelasia Sagevo e gli eredi; il periodo di Federico II; gli angioini e la rivolta del Vespro; i Chiaramonte… fino al 12 novembre 1643! Quel giorno, il Viceré di Sicilia Henriquez de’ Cabrera, come riconoscimento per l’accoglienza ricevuta, eleva il borgo al rango di città, (con l’appellativo di Urbs Generosissima), concedendole lo stemma dell’antica Cartagine (una testa di cavallo e il triscele, simbolo della Sicilia). È quindi vera l’ipotesi delle origini cartaginesi di Caccamo?
Su tutte queste vicende ha vegliato il castello. Torre d’avvistamento araba; fortezza normanna; rifugio per Giovanni di Saint-Rémy, prefetto del re Carlo I d’Angiò, allo scoppio dei Vespri; modificato e ristrutturato dai Chiaramonte e dai successori. Tanti i “vestiti” con i quali il Castello ha attraversato i secoli. Fino al 1813, quando furono cancellate le strutture medievali, diventando un palazzo signorile.
Ma il territorio ci accoglie con tante altre “sentinelle della Storia”. Il Duomo di San Giorgio Martire, che si sviluppò tra il 1477 e il 1606, arrivando alla sua attuale magnificenza, tra tele, arredi e statue che raccontano fede e gloria. La Chiesa dell’Annunziata, di origine medievale, che regala stili architettonici diversi; la Chiesa di San Benedetto alla Badia, piccola ma ricca di tesori artistici; la chiesa dei Cappuccini, con una ricca biblioteca di testi rari; la Torre Pizzarrone, ultimo baluardo di difesa della cinta muraria; il Ponte Chiaramontano, sommerso dalle acque del lago Rosamarina ma ancora integro.
Passato e presente si incontrano e si raccontano anche attraverso gli itinerari naturali: ecco la Riserva Naturale Orientata Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto; le escursioni all’Eremo di S. Felice sul monte Cane e alla Riserva Naturale Orientata di Monte S. Calogero. Senza dimenticare il Museo delle Armi Antiche. Qui, il passato si racconta nei suoi momenti più turbolenti. Le Sentinelle della memoria vi aspettano, per sfogliare insieme il libro della Storia di Caccamo.
Corso Umberto I, 78, 90012 Caccamo PA
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