Maletto

Maletto

È un comune di circa 4000 abitanti della città metropolitana di Catania.

LA STORIA

Il territorio circostante il paese di Maletto è stato abitato fin dall’antichità. Ciò è testimoniato dalle numerose e recenti testimonianze archeologiche che attestano la presenza umana sul posto sin dai tempi più remoti. Infatti, si rilevano insediamenti, necropoli, strutture abitative, manufatti e ceramica risalenti all’epoca preistorica, greco-romana, bizantina e medievale.

L’origine dell’attuale centro abitato di Maletto risale, però, all’anno 1263, quando Manfredi Maletta, Conte di Mineo, Signore di Paternò e gran camerario del regno di Sicilia al tempo di Re Manfredi, sulla sommità di un’alta ed impervia rocca di arenaria, in mezzo a fitte foreste, costruì un fortilizio attorno ad una precedente torre. Questa torre, probabilmente del periodo arabo-normanno, aveva funzioni di avvistamento, di comunicazione e di difesa ed era chiamata “Torre del Fano”. Da quel momento, la terra ed il castello, già denominato feudo Bonifacio, prenderanno il nome del fondatore del Castello: MALETTO.

La torre venne rafforzata con una cinta muraria e vi venne destinata una guarnigione militare con compiti di difesa, specie durante la guerra del Vespro, dopo il 1282, quando svolse un’importante funzione militare ponendosi a protezione di Randazzo, città aragonese, contro gli attacchi angioini provenienti da Catania. Attorno al castello si raccolse una prima piccola comunità che successivamente darà origine all’abitato di Maletto.

Dopo alterne vicende, da Manfredi Maletta il castello passò agli Angioini per breve periodo, poi di nuovo a lui, dopo agli Homodei di Randazzo per essere concesso da re Federico III d’Aragona a Ruggero Spatafora, barone di Roccella e Giustiziere del Valdemone, che negli anni 1330-37 lo fortificò ulteriormente.

Nel 1386 il fratello Rinaldo Spatafora ottenne l’investitura del “feudo e castello di Maletto” e gli venne ceduto anche il castello, dando così origine alla signoria degli Spatafora che sarebbe durata sino all’abolizione del feudalesimo in Sicilia.

Il suo successore, Ruggerotto, nel 1449 ebbe concessi da Alfonso il Magnanimo la licenza di costruire e popolare il feudo e il mero e misto imperio. Costruì, quindi, il primo centro urbano consolidatosi agli inizi del 1500 ad opera di Giovanni Michele Spatafora che costruì il palazzo baronale, l’annessa chiesa di S. Michele Arcangelo e diversi fabbricati attorno al castello.

Nel 1619 Michele Spatafora Bologna venne investito del titolo di Principe di Maletto e da quel momento, grazie alle esenzioni concesse dal Principe, il borgo feudale si popolò definitivamente e stabilmente, crescendo in numero di abitanti: dai 293 del 1624 ai 4.000 di oggi.

Con il terremoto del 1693 l’antica torre del Fano crollò, così come anche le parti alte del castello che fu poi completamente abbandonato. Agli inizi dell’Ottocento si contavano circa 1.500 abitanti dediti totalmente alla coltivazione delle terre del feudo Spatafora e allo sfruttamento delle riserve del grande bosco di Maletto.

Dopo l’unificazione nazionale, Maletto attraversò periodi di grosse difficoltà socio‑economiche che diedero origine ai primi consistenti flussi migratori verso le Americhe. Il paese diede anche il proprio contributo di sangue nei due conflitti mondiali e subì i bombardamenti alleati dell’agosto 1943 con vittime e danni. Negli anni del dopoguerra, il popolo contadino di Maletto partecipò attivamente alle lotte per la spartizione del vicino latifondo “Nelson” e per la riforma agraria.

Negli ultimi decenni, con l’opera delle amministrazioni democratiche, grazie alla laboriosità degli abitanti e alle rimesse degli emigrati, Maletto, da antico borgo feudale qual era fino a pochi anni prima, si è trasformato in una moderna cittadina munita delle più essenziali strutture. Il paese è considerato la capitale della “ciaramedda”, strumento tipicamente pastorale diffuso in tutto il territorio siciliano, il cui suono, particolarmente suggestivo, riecheggia ancora oggi per le strade.

ECCELLENZE AMBIENTALI

Maletto è il comune più alto della Provincia di Catania e il più elevato sull’Etna. È situato al limite tra l’edificio vulcanico etneo e la valle del Simeto, costruito sul versante occidentale della collina denominata Pizzo‑Filicia ad una quota media di mt 950 s.l.m., in posizione elevata e al centro del triangolo costituito dai comuni di Randazzo, Maniace e Bronte dal cui territorio è completamente circondato. Si colloca in un ambiente naturale fra i più integri e suggestivi, con l’Etna che con i suoi fianchi innevati per oltre cinque mesi all’anno domina dall’alto.

Il territorio montano è costituito da fitti boschi di faggi, pini, lecci, castagni, querce e via via scendendo, da vigneti, fragoleti, frutteti, seminativi e da numerosi manufatti rurali di antica costruzione. A valle, invece, c’è la grande pianura di lave preistoriche incorniciata dalla catena montuosa delle Caronie da cui nasce il Simeto. Maletto è posto al centro dei due parchi naturali: quello dell’Etna e quello dei Nebrodi.

Il grande bosco dell’Etna, famoso e frequentato fin dall’antichità, è ricco di aree attrezzate facilmente raggiungibili dalla S.S. 284: Fontanamurata, con un abbeveratoio settecentesco; Palmento del Campiere, in prossimità di un suggestivo laghetto stagionale; Poggio Monaco, in mezzo a fitti boschi; Bosco Chiuso; Trentasalme, in prossimità del cratere vulcanico di Monte La Nave. Tutta la zona è punteggiata da strutture rurali in pietra lavica, ricca di flora e fauna etnea. Possono essere effettuate anche escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike fino alle alte quote di Monte Maletto, Monte Scavo (a quota 1.800 -2.000 mt) dove si trovano suggestivi rifugi montani.

A monte dell’abitato c’è il Parco Comunale suburbano “PIZZO-FILICIA”, dalla cui sommità, a quota 1.150 mt, si può ammirare un panorama a 360 gradi, con un laghetto stagionale e due pigiatoi scavati nella roccia arenaria di epoca molto antica. È facilmente raggiungibile con l’auto dalla S.S. 284 e percorrendo pochi metri a piedi. A valle dell’abitato si estende il grande tavolato di lave primordiali che finisce sulle rive del torrente Saracena, dal quale si origina il Simeto, molto ricco di insediamenti che attestano la presenza umana sin dalla preistoria e dal periodo greco-romano, bizantino e medioevale. I recenti scavi archeologici hanno portato alla luce tali insediamenti che, uniti alle suggestive sorgenti stagionali delle “FAVARE”, hanno consentito l’istituzione del sentiero naturalistico-archeologico delle LAVE DI S. VENERA, facilmente accessibile dalle apposite aree di parcheggio lungo la S.S. 120 e che si snoda per circa 3 Km.

Il centro storico di Maletto è caratteristico per le sue piccole e silenziose stradine in basolato lavico e le antiche case dei secoli XVII e XVIII: il tutto dominato dalla rocca del castello che da otto secoli sta a guardia del paese. La sommità della rocca, ove ancora sono presenti avanzi di mura e strutture medievali, è raggiungibile con un’apposita scala di legno.

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SETTEMBRE (seconda domenica): Festa patronale di S. Antonio di Padova

SETTEMBRE (terza domenica): Festa di S. Vincenzo Ferreri

DICEMBRE/GENNAIO: Eventi natalizi

Cosa vedere

Non sono presenti Attrazioni accessibili ai disabili in questo Comune.

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