Sais Autolinee Polizzi Generosa
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Nata Polizzi e diventata “Generosa” nel 1234, quando Federico II le concesse il titolo, la cittadina vanta, tra mito e Storia, origini antichissime. Ne parla già Diodoro Siculo (per il quale corrisponde all’Atene siciliana, detta per antonomasia Polis); alcuni studiosi fanno risalire il nome agli Dei Palici; altri ancora ritengono che la fondazione sia avvenuta per mano dei superstiti di Palica in fuga da Ducezio. Il ritrovamento di una statua triforme di Iside, ai piedi del castello, ha dato forza all’ipotesi che l’etimologia di Polizzi potesse anche derivare da “Polis Isidis”, (cioè Città di Iside). Alcune testimonianze archeologiche di età ellenistica indicherebbero l’esistenza di un primo insediamento urbano verso il III-IV sec. a.C., con attuale nucleo abitativo sorto durante la dominazione bizantina, quando le fu conferito il nome di Basileapolis (Città del Re).
Da qui, il territorio fu testimone delle principali vicende storiche della Sicilia. Ai Bizantini (che costruirono una fortezza per difendersi dagli Arabi), nel 882, subentrarono i Saraceni, che eressero sulla Rocca una moschea (oggi, chiesa di Sant’Antonio Abate). Ecco, poi, la conquista delle Madonie da parte dei Normanni, alla fine del 1071 (periodo di grande sviluppo e prosperità per Polizzi). Nel 1282, la cacciata degli Angioini e l’insediamento degli Aragonesi, apriva la fase che porterà all’epoca dei Ventimiglia fino al periodo aureo del Rinascimento. Purtroppo, le difficoltà legate alla siccità del 1548 ed al diffondersi della peste nel 1575-76 diedero inizio ad una fase di progressiva decadenza, da cui Polizzi Generosa riuscì a risollevarsi alla fine del XIX secolo, come testimoniato da molte opere di grande valore sociale (ospedali, fontane, oltre all’importante introduzione della luce elettrica nel 1901, prodotta a valle del paese grazie all’ingegnoso utilizzo di un vecchio mulino ad acqua chiamato “Mulino Canziria”).
A scrivere le pagine del libro della Storia sono i tanti “testimoni” immobili del territorio. Ecco le Chiese. La Chiesa Madre, dedicata a S. Maria Assunta (forse della metà del XI secolo ma successivamente rimaneggiata), con lo splendore del suo maestoso esterno con l’ampia scalinata d’accesso e dai possenti campanili angolari: custodisce opere di grande pregio, tra le quali spicca un quattrocentesco trittico fiammingo che raffigura la Vergine con il Bambino, le opere di scuola gaginesca tra cui parte del quattrocentesco sarcofago in marmo realizzato per custodire le spoglie del santo patrono di Polizzi, oggi collocate nella spettacolare urna. La Chiesa del Carmine (ad unica navata impreziosita da decori in oro lungo tutto il suo perimetro), che contiene, tra le tante opere, il SS. Crocifisso ligneo e l’Ecce Homo; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (detta “Badia Nuova”, con l’annesso monastero benedettino, edificata nel 1499. Tra le opere custodite, la pregevole custodia lignea scolpita nel 1697 dallo scultore polizzario Pietro Bencivinni); la Chiesa di San Nicolò De Franchis (tra le più antiche presenti a Polizzi Generosa, la sua costruzione risale al 1167; all’interno una tela, risalente al Settecento, raffigura la Madonna con il Bambino); il Monastero di Santa Margherita o “Badia Vecchia” (realizzato nel XV secolo, la chiesa fu rifatta nel 1660 e successivamente modificata. Statue come quella di S. Margherita, e tele come il dipinto di S. Benedetto in trono tra i Santi Mauro e Placido, sono parte del tesoro artistico che custodisce); la Chiesa di San Francesco (fondata intorno al 1300, recenti restauri hanno fatto emergere le antiche strutture tardo-gotiche); la Chiesa di San Gandolfo la Povera (costruita nel 1622, tra le opere custodite ecco la preziosa tela del 1620, raffigurante San Gandolfo protettore di Polizzi); la Chiesa di San Girolamo (costruita tra il 1681 ed il 1730; tra i quasi 4000 volumi conservati all’interno dell’ex convento connesso, troviamo incunaboli, le cinquecentine, le seicentine e tanti manoscritti); la Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano (del 1300, internamente si può ammirare il grande Crocifisso realizzato dalla scuola di Padre Umile da Petralia e l’altare principale impreziosito da bassorilievi in oro zecchino su fondo cobalto); la Chiesa di S. Antonio Abate (originariamente antica moschea araba, fu trasformata in chiesa cristiana nel 631); la Chiesa di Santa Maria della Porta o degli Schiavi (eretta intorno al XVI secolo); la Chiesa di Sant’Orsola (edificata nel 1386, l’interno custodisce, tra le tante opere, la statua lignea di Sant’Orsola dei primi del Cinquecento); la Chiesa della Commenda (risalente al 1177, apparteneva all’Ordine Sovrano Militare di Malta); la Chiesa di Santa Caterina (comunemente detta “Batiula”, cioè piccola Badia, ospita l’antica confraternita di S. Maria del Castello); l’Eremo di San Gandolfo (una frana ridusse l’Eremo in macerie nel 1600 e l’odierna costruzione risale al 1621). E cosa dire del Castello (del periodo Bizantino, ampliato e fortificato da Ruggero il Normanno; abbandonato nell’800 e lentamente demolito), di Palazzo Gagliardo (costruito dalla famiglia La Farina nel XVI secolo) e del Palazzo Carpinello (sede della Regia Secrezia, che gestiva il potere finanziario delle città demaniali)?
Dal Civico Museo Archeologico ricaviamo scorci sul passato di Polizzi Generosa (un viaggio a ritroso nel tempo, proprio come lo fa l’archeologo sfogliando la terra, grazie a numerosi reperti, tra cui numerose terrecotte figurate e ceramiche; il reperto più significativo è, indubbiamente, l’anfora proto-siceliota con Herakles e il leone Nemeo), così come il territorio viene raccontato dal Museo Ambientalistico Madonita (all’interno dell’antico Palazzo Notarbartolo, costruito su di una parte perimetrale del Castello).
Discesa Collegio, 2, 90028 Polizzi Generosa PA
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