Il Castello sorge su di un promontoriodi roccia lavica, a picco sul mare blu cobalto. Al centro della fortezza si trova la torre quadrangolare fulcro del maniero. Storicamente un primo castello fu edificato nel VII secolo d.C. (secondo altri nel VI secolo) dai bizantini su di una preesistente fortificazione di periodo romano forse nel 38 d.C. e chiamato Castrum Jacis e volto alla difesa della popolazione dalle scorrerie.
Durante il periodo della colonizzazione greca prima, e delle dominazione romana poi, sicuramente la rocca sulla quale si ergono le rovine del castello normanno fu frequentata per la sua posizione strategica, che permetteva il controllo del mare e del passaggio delle navi dirette verso lo stretto di Messina.
Sebbene non siano conservati resti di strutture di tale periodo, a causa probabilmente della distruzione delle fortezze costiere operata dagli Arabi, gli scrittori antichi ci hanno lasciato il ricordo di famose battaglie navali combattute in queste acque (Diodoro Siculo ci ricorda quelle tra Imilcone cartaginese e Leptine siracusano). Anche i rinvenimenti archeologici, soprattutto quelli sottomarini, esposti nelle vetrine del Museo Civico, attestano l’antica frequentazione di questi luoghi.
Con i conquistatori normanni Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla, verrà introdotto in tutta la regione il sistema feudale. Vasti territori saranno concessi a Vescovi e Milites. In questo contesto nel 1092 anche il castello di Aci ed il territorio circostante furono concessi all’abate e Vescovo di Catania Angerio da S.Eufemia. Chiamato Castrum Jatium, si trattò del primo atto riguardante la Terra di Aci.
L’eruzione del 1169 fu preceduta il 4 febbraio da uno dei terremoti più famosi che si ricordino. Le lave di quella eruzione investirono il territorio di Aci e, si narra, arrivarono fino al castello, colmando il braccio di mare che lo separava dalla costa. In quella occasione parte della popolazione si spostò nella cosiddetta contrada di Aquilio.
Durante i Vespri, a cui il borgo parteciperà, Federico III d’Aragona concesse l’Università di Aci, formata dal castello e dal territorio delle Aci, all’ammiraglio Ruggero di Lauria nel 1297. La concessione prevedeva che annualmente, il giorno di Sant’Agata, venisse pagato un canone di ben 30 once d’oro al Vescovo di Catania (cosa che poi in realtà non avvenne).
Dopo alcuni anni, quando Ruggero di Lauria passò con gli Angioini contro la corte Aragonese, il Re Federico fece espugnare il castello. Seguirono anni (1320-1326) di duri scontri, durante i quali il castello fu conteso dagli Angioini e dagli Aragonesi. Nel 1329 il territorio fu nuovamente sconvolto da un terribile terremoto e da un eruzione che investì gran parte del territorio.
Nel XV secolo, di nuovo, la terra di Aci passerà di mano, in un susseguirsi di famiglie, fino al 1530, quando gli abitanti offrirono all’imperatore Carlo V la somma di 20.000 fiorini, per rientrare nel Regio Demanio e riscattarsi dal potere baronale. L’imperatore accetterà l’offerta.
Nel sigillo della nuova universitas reale il castello di Aci fu il simbolo principale insieme ai faraglioni di Aci Trezza.
Dalla metà del XVI secolo si perderà la Università di Aci: il castello sarà distinto di fatto da Aquilia Nuova e dai casali, che nel frattempo si renderanno indipendenti, verrà quindi destinato prima a caserma e poi carcere.
Nel seicento il Castello conobbe un rinnovato splendore, dovuto anche alla radicale opera di ristrutturazione voluta nel 1634 dal re Filippo III, che per l’occasione fece apporre una lapide marmorea all’ingresso con la dicitura: “PHILIPPUS III DEI GRATIS REX HISPANIARUM ET INDIARUM ET UTRIUSQUE SICILIAE ANNO DIVI 1634”.
Nel 1674 il castello verrà ceduto da Filippo IV di Spagna, per 7500 scudi al Duca Giovanni Andrea Massa. Subirà quindi i danni del Terremoto del Val di Noto dell’11 gennaio 1693. Rientrerà nel demanio comunale in epoca borbonica nel XIX secolo. Negli anni 1967-1969 è stata restaurato, e quindi dal 1985 è visitabile e sede del Museo Civico.
In uno dei terrazzi è ospitato un orto botanico costituito da piante grasse provenienti da ogni angolo del mondo (Bolivia, Messico, Marocco, Madacascar e Perù).
Indirizzo
Piazza Castello, 28, Aci Castello CT
Orari
dal 15/06 al 15/09 ore 9,30 / 13,00 ore 16,00 / 20,30
dal 19/09 al 30/10 ore 9,00 / 13,00 ore 16,00 / 20,00
dal 30/10 al 26/03 ore 9,00 / 13,00 ore 15,00 / 17,00
dal 26/03 al 01/06 ore 9,00 / 13,00 ore 16,00 / 20,00
Prezzi
Biglietto intero 3,00 euro Gruppi scolastici 2,00 euro 0-6 anni gratis 7-10 anni 1,00 euro over 65 1,50 euro