L’area di Case Paternò Castello, rientra nel territorio montano del Comune di Milo, versante est dell’Etna, in zona B del Parco, ad una quota di 1339 m s.l.m. Il rifugio e ubicato ai margini della Pineta della Cubania e si affaccia sulla colata lavica del 1971. Il rifugio riporta il nome degli antichi proprietari, la […]
L’area di Case Paternò Castello, rientra nel territorio montano del Comune di Milo, versante est dell’Etna, in zona B del Parco, ad una quota di 1339 m s.l.m. Il rifugio e ubicato ai margini della Pineta della Cubania e si affaccia sulla colata lavica del 1971. Il rifugio riporta il nome degli antichi proprietari, la nobile casata catanese dei Paternò Castello. Il rifugio oggi di proprietà del DSRT(Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale – Regione Siciliana) già ex Azienda Foreste Demaniali, fruibile dietro prenotazione. L’area attorno al rifugio è ricca di sentieri importanti, quali il Sentiero Italia del CAI n° 724, ed altri sentieri che permettono di esplorare non solo il bosco, ma avvicinarsi sull’orlo craterico della Valle del Bove. I cunetti piroclastici dell’area sono quelli di Monte Rinato, Monte Scorsone e Monte Cirasa, entrambi collocati ai margini dell’orlo craterico della caldera della Valle del Bove.
La geologia della zona è rappresentata da colate laviche e depositi piroclastici a scorie e lapilli, emesse dalle bocche sommitali e/o da apparati avventizi. A livello stratigrafico esse rappresentano lo strato più recente superficiale, sovrapposto alle lave più antiche, che sull’Etna sono rappresentate dai livelli Tholeiitici Basali. L’area della Cubania è caratterizzata da successione di livelli piroclastici di ricadutà alternati a depositi eolici siltitico-sabbiosi di colore giallo e paleosuoli marroni che diventano più scuri e carboniosi nella parte alta della successione. Lo spessore di tale successione può arrivare fino a 10m. L’età di emissione varia da 12.000 anni circa fino all’attuale, ma la maggioranza dei livelli è stata eruttata negli ultimi 4.000 anni.
Dalla matrice geologica vulcanica discendono suoli di origine vulcanica, rappresentati principalmente da suoli più o meno sviluppati. Tra i suoli più giovani e con profili meno strutturati abbiamo: Litosuoli e Regosuoli. In questo tipo di suoli la struttura è assente o appena accennata. Sono terreni poveri di azoto e di sostanza organica, ma ricchi di fosforo e potassio, molto porosi e ciò permette un alto assorbimento delle acque che vengono convogliate nelle ricche falde che affiorano alla base del complesso montuoso. Fra i profili più maturi, caratterizzati da una buona fertilità, si riscontrano: gli andosuoli, suoli bruni e suoli bruni lisciviati.
La principale formazione forestale dell’area è rappresentata dalla Pineta superiore di pino laricio, (Pinus nigra J.F.Arnold subsp. Laricio Palib. ex Mair). La sua estensione superficiale è di circa 80 ha. É la tipica pineta della fascia montana superiore, la sua densità è elevata e la sua composizione specifica qui è consociata, in minima parte, ad altre specie quali il cerro, e il castagno alle quote inferiori e alla betulla, pioppo tremulo e faggio alle quote superiori.
il pino laricio appartiene alla grande famiglia dei pini neri. Il pino nero (Pinus nigra Arnold) è una specie collettiva che comprende numerose entità biologiche a cui negli anni è stato attribuito diverso valore tassonomico ( specie, sottospecie, varietà, ecc…). Le diverse sottospecie sono difficilmente riconoscibili perché hanno diversi caratteri in comune. Le principali specie distribuite nel territorio italiano sono: il Pino nero d’Austria, distribuito principalmente nelle Alpi del Veneto e del Friuli; Il pino laricio, in Calabria, Sicilia e Corsica. Un piccolo nucleo si trova pure in Toscana, ma si pensa che sia un rimboschimento effettuato nel periodo medievale; Infine il pino di Villetta Barrea, in Abruzzo che può considerarsi come il pino che riassume in esso i caratteri del pino nero d’Austria e quelle del pino laricio. Quindi per quest’ultimo potremmo dire che in questa area le due forme estreme di pino si sono incontrate per crearne una che somigliasse ad entrambe, assumendo i caratteri dell’una e dell’altra specie.
Tra i mammiferi si segnalano la volpe (Vulpes vulpes).
Tra gli uccelli si segnalano: la tottavilla (Lullula arborea) il merlo (Turdus merula), la cornacchia grigia (Corvus glandarius),la cincia mora (Periparus ater), la cinciarella (Cyanistes caeruleus), il pettirosso (Erithacus rubecula), la balia dal collare (Ficedula albicollis), il luì piccolo (Phylloscopus collybita), il picchio maggiore (Dendrocopos major), la poiana (Buteo buteo).
Tra i rettili sono presenti: la lucertola campestre (Podarcis siculus), il ramarro (Lacerta bilineata), il colubro liscio (Coronella austriaca), la vipera (Vipera Aspis).
Tra gli insetti, degna di nota è la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa ), così chiamata perché le larve prima dell’impupamento nel terreno scendono dagli alberi, formando una lunga fila, che ricorda quella delle processioni. Negli ultimi anni la processionaria si è maggiormente diffusa tra le pinete dell’Etna. Le larve di questo lepidottero oltre a causare massicce defogliazioni agli aghi di pino, possono costituire un problema serio per gli uomini, in quanto sono muniti di peli sericei urticanti.
Tra i funghi tipici di queste aree, all’interno della pineta, si segnala il Lactarius deliciosus, poco conosciuto per i non esperti, ma molto apprezzato per la qualità della sua carne. Altro fungo presente in zona e molto apprezzato è la mazza di tamburo (Macrolepiota procera).
Indirizzo
Antica Trazzera Bosco Cerrita, 95010 Milo, Sicilia Italia