Marineo Cozzarelli Area attrezzata

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95042 Grammichele, Sicilia Italia
Licodia Eubea > Marineo Cozzarelli Area attrezzata
Marineo Cozzarelli Demanio Forestale: L’area del Demanio di Marineo Cozzarelli rientra nei territori comunali di Mineo e Licodia Eubea, nel paesaggio tipico delle colline di Vizzini. La quota media del complesso demaniale è di circa 550 m s.l.m. La geologia dell’area è molto variegata. L’area su cui giace il complesso demaniale è caratterizzata da Lave […]
Marineo Cozzarelli Demanio Forestale:
L’area del Demanio di Marineo Cozzarelli rientra nei territori comunali di Mineo e Licodia Eubea, nel paesaggio tipico delle colline di Vizzini. La quota media del complesso demaniale è di circa 550 m s.l.m.
La geologia dell’area è molto variegata. L’area su cui giace il complesso demaniale è caratterizzata da Lave Basaltiche subordinate a piroclastici del Pliocene-Pleistocene Inferiore, mentre le aree limitrofe ad esso sono costituite da Trubi: Calcari marnosi a foraminiferi del Pliocene inferiore. Queste formazioni rientrano nell’area dell’Avampese Ibelo, che subisce una flessurazione al disotto delle coltri della Catena Appenninico-Maghrebide, formando una depressione strutturale, che assume il significato di un’avanfossa. L’Avanfosse sono bacini legati alla subduzione e si formano in seguito alla flessurazione della litosfera subducente e possono contenere grossi volumi di sedimento.
Dalla matrice geologica così variegata discendono suoli non solo di origine vulcanica, ma anche da rocce sabbiose, conglomeratiche e da rocce argillose. I profili di questi suoli sono più o meno evoluti che vanno dai regosuoli ai suoli bruni.
Le principali formazioni forestali sono costituite da rimboschimenti di conifere mediterranee ed eucalipti, realizzati dal DSRT (Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale Regione Siciliana) già ex Azienda Regionale Foreste Demaniali . La conifera principale è il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) mentre gli eucalipti sono rappresentati dal globulus (Eucalyptus globulus)e il camaldulensis (Eucalyptus camaldulensis). Queste formazioni forestali sono interessate da una discreta dinamicità, caratterizzata da un’abbondante rinnovazione di pino e dalla presenza di specie di pregio quali le orchidee del genere Orchis.
Curiosità botaniche: L’areale del pino d’Aleppo si distribuisce lungo tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E una specie amante del caldo e della luce. Tollera bene l’aridità ed è in grado di ridurre la traspirazione più degli altri pini mediterranei attraverso la regolazione degli stomi. Un’altra particolarità è data dalla sua capacità di diffondersi per disseminazione naturale nei terreni degradati dal pascolo e dagli incendi, grazie alla presenza di strobili (le pigne) “serotini”, i quali restano chiusi sulla pianta per diversi anni e si aprono con il calore degli incendi, disseminando così abbondantemente.
La fauna dell’area e ricca. Tra i mammiferi si segnalano la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis) , il Riccio (Erinaceus europaeus), l’istrice (Hystrix cristata), il topo campestre (Microtus arvalis), il coniglio (Oryctolagus cuniculus).
Alcuni punti come le chiarie, sono ideali per l’osservazione dell’ornitofauna silvana e nell’area si possono osservare tra gli uccelli: il crociere (Loxia curvirostra), il cardellino (Carduelis carduelis), il Merlo (Turdus merula); fra i rapaci la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), l’Allocco (Strix aluco).
Tra i rettili sono presenti: la lucertola campestre (Podarcis siculus), il ramarro (Lacerta bilineata), il colubro leoparino (Zamenis situla).
Tra gli insetti, degna di nota è il (Leptoglossus occidentalis Heidemann), nota come cimice americana dei semi di conifere. Quest’insetto è originario dell’America settentrionale. Depone le uova in gruppetti lungo gli aghi di pino che poi schiudono sul finire della primavera. Dopo avere effettuato cinque mute diventa adulto. In ogni stadio della metamorfosi si nutre con la linfa penetrando i coni con gli stiletti boccali, provocando la morte dei semi causando enormi danni agli ecosistemi forestali. Per fortuna nell’area in questione, ad oggi, è stata segnalata la sola presenza senza danni evidenti.
Tra i funghi tipici di queste aree si segnala il Suillus bovinus, spesso confuso con le specie congeneri, i “Pinaroli”. È un fungo edule, non molto pregiato dal punto di vista gastronomico per via del suo sapore non particolarmente gradevole e della sua carne che diventa molto molle dopo la cottura.
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