Monte Spagnolo bivacco

37.82350237950409, 14.961604276598797

Pista Altomontana Sentiero 701, 95036 Randazzo, Sicilia Italia

Randazzo > Monte Spagnolo bivacco

Territorio  Il bivacco di Monte Spagnolo, rientra nel territorio montano del comune di Randazzo, nel versante Nord dell’Etna, nella zona B del Parco, ad una quota di circa 1440 m s.l.m. I locali, sono gestiti dal DSRT (Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale)già ex Azienda Foreste Demaniali. L’area del Bivacco di Monte Spagnolo è compresa […]

Territorio 

Il bivacco di Monte Spagnolo, rientra nel territorio montano del comune di Randazzo, nel versante Nord dell’Etna, nella zona B del Parco, ad una quota di circa 1440 m s.l.m. I locali, sono gestiti dal DSRT (Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale)già ex Azienda Foreste Demaniali. L’area del Bivacco di Monte Spagnolo è compresa tra le colate del 1614 e del 1981. Sono entrambi colate importanti che cambiarono la fisionomia del vulcano. La colata del 1614 durò dieci anni. Il fenomeno eruttivo si originò al una quota sopra i 2500 m, originando un campo lavico importante denominato “Sciara del Follone”. Tale eruzione ebbe diversi ingrottamenti a quote più basse originando diverse grotte tra cui la Grotta del Gelo. La colata del 1981 si originò attraverso fenditure lungo una linea che va da 2600 m circa fino a 1200 m s.l.m..Le lave emesse di consistenza molto fluida, raggiunsero e sbarrando le principali vie di comunicazione stradale e ferroviaria, nel tratto di area compreso tra Randazzo e Montelaguardia. Le colate sopradescritte alle quote più elevate rientrano nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “ITA070010 Dammusi”. Una ZSC ai sensi della Direttiva Habitat della Commissione Europea è un sito di importanza comunitaria (SIC) in cui sono state applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione Europea. L’importanza di questa ZSC è dovuta proprio alla presenza di queste estese aree rocciose caratterizzata da vegetazione pioniera e da vegetazione forestale nelle dagale (aree, come isole, costituite da porzioni di terreno risparmiate da colate laviche).

La geologia della zona è caratterizzata da colate laviche e depositi piroclastici a scorie e lapilli, emesse da apparati avventizi. Le lave costituiscono prevalentemente colate scoriacee con morfologia aa o a blocchi, raramente a pahoehoe (un spettacolare esempio di quest’ultimo tipo di lava lo si ritrova nel Monte dei Morti, lungo il tragitto per la grotta del Gelo). A livello stratigrafico esse rappresentano lo strato più recente superficiale, sovrapposto alle lave più antiche, che sull’Etna sono rappresentate dai livelli Tholeiitici Basali. Le lave dell’area di Monte Spagnolo rientrano nella cosiddetta Formazione della Torre del Filosofo, che è rappresentata da colate laviche e depositi piroclastici emesse da bocche sommitali e/o apparati avventizi. La maggioranza dei prodotti affioranti è stata eruttata periodi compresi tra 39000-122 a.C. e 1971-Presente.

Dalla matrice geologica discendono suoli di origine vulcanica, con profili ben strutturati in forme evolute, rappresentati da: Andosuoli, Suoli bruni e Suoli bruni lisciviati. I Suoli bruni sono così denominati perché sono caratterizzati dall’abbondanza di composti del ferro che gli fanno assumere la tipica colorazione marrone. Sono suoli fertili e non a caso in questo versante è ricco di vigneti

Formazioni forestali

Le principali formazioni forestali dell’area intorno al bivacco di Monte Spagnolo, comprese fra le colate del 1614 e del 1981, sono rappresentate dalla faggeta tipica etnea, caratterizzata dalla predominanza di faggio, con presenza subordinata di pino laricio, pioppo tremolo o betulla dell’Etna, sotto forma di cedui invecchiati o di fustaie presenti sulle lave dell’Etna. Salendo ancora di quota il faggio assume un portamento a sviluppo ridotto concentrandosi prevalentemente all’interno di dagale. Alle quote più elevate si instaura una vegetazione orofila pulvinare, rappresentata da un aspetto più diradato ed impoverito a dominanza di camomilla dell’Etna (Anthemis aetnensis) e romice dell’Etna (Rumex aetnensis). Altre importanti formazioni forestali sono rappresentati da rimboschimenti di conifere mediterranee come i Cedri (Cedrus atlantica)e rimboschimenti di conifere montane quali il pino laricio (Pinus nigra var. calabrica (Poir.) Maire). Inoltre è sono presenti nell’area arbusteti, rappresentati dalla macchia mediterranea costituita da ginestra di Spagna ((Spartium junceum L.)) e ginestra dell’Etna ((Genista aetnensis(Raf.ex Biv.)DC.)).

Curiosità forestali

Il faggio (Fagus sylvatica L.). L’areale di questa specie è europeo, estendendosi a nord fino in Norvegia, ad ovest fino alla Penisola Iberica, ad Est fino alla Turchia nord-occidentale e a sud fino alla Sicilia. Quindi la propaggine meridionale del suo areale è in Sicilia, ma sull’Etna raggiunge il suo estremo meridionale in assoluto, infatti di tutte le faggete siciliane quelle etnee raggiungono il limite meridionale estremo (Monte Faggi, in territorio di Belpasso). Un altro primato del faggio etneo e quello di spingersi, rispetto al suo areale di distribuzione, alle quote più elevate, e nel versante nord-occidentale, tra Monte Scavo e Punta Lucia, vi sono alcune dagale di faggio, con portamento a sviluppo ridotto, che si spingono fino a circa 2270 m s.l.m. La tree line, ossia il limite degli alberi, rappresenta il confine ecologico a cui vengono soddisfatte (anche se non in modo ottimale) le condizioni di vita di un albero. Il parametro principale che definisce questa linea è l’altitudine, ma questa varia in base alla latitudine. In Sicilia questa linea viene definita proprio dal faggio.

Mammiferi

Tra i mammiferi si segnalano Il gatto selvatico (Felis silvestris), la lepre italica (Lepus corsicanus), il ghiro (Myoxus glis), la volpe (Vulpes vulpes).

Uccelli

Tra gli uccelli si segnalano: , il merlo (Turdus merula), la cincia mora (Periparus ater), la cinciarella (Cyanistes caeruleus), il pettirosso (Erithacus rubecula), la balia dal collare (Ficedula albicollis), il luì piccolo (Phylloscopus collybita), il picchio maggiore (Dendrocopos major), l’allocco (Strix aluco), il gufo comune (Asio otus), la poiana (Buteo buteo).

Rettili

Tra i rettili sono presenti: la lucertola campestre (Podarcis siculus), il ramarro (Lacerta bilineata), il colubro liscio (Coronella austriaca), la vipera (Vipera Aspis).

Insetti

Tra gli insetti degna di nota, anche se qui è meno presente rispetto ad altri versanti, è la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa ), così chiamata perché le larve prima dell’impupamento nel terreno scendono dagli alberi, formando una lunga fila, che ricorda quella delle processioni. Negli ultimi anni la processionaria si è maggiormente diffusa tra le pinete dell’Etna. Le larve di questo lepidottero oltre a causare massicce defogliazioni agli aghi di pino, possono costituire un problema serio per gli uomini, in quanto sono muniti di peli sericei urticanti. Alle quote più elevate le condizioni diventano più difficili per la fauna che incontra diverse difficoltà: trofiche, temperature rigide dell’inverno, lunghi periodi di innevamento e non ultime le frequenti eruzioni che rappresentano una specie di reset per l’organizzazione della vita, rappresentata qui da specie altamente specializzate. Pertanto i vertebrati sono poco rappresentati, a differenza degli invertebrati, rappresentati da specie endemiche come ad esempio il Coleottero Lionychus fleischeri focarilei, che vive esclusivamente nelle aree desertiche e sommitali del vulcano, all’interno dei canaloni e delle fenditure profonde della lava. Altro invertebrato abitatore di queste zone è la Coccinella septempunctata che dopo essersi rifocillata in primavera dalle infestazioni di afidi, migra verso quote più elevate (fino a quasi 3000 m s.l.m.), in siti idonei a limitare consumi energetici e dove meglio si ripara durante i periodi di inattività. In autunno ridiscende di quota, spesso svernando entro i nidi della processionaria. Nella primavera successiva le femmine fecondate, volano sulle piante erbacee, deponendo le uova fra le colonie di Afidi di cui si nutrono, per poi risalire a quote maggiori

Funghi

Tra i funghi tipici di queste aree, a quote più basse all’interno della pineta, si segnala la morchella conica, poco conosciuto per i non esperti, ma molto apprezzato per la qualità della sua carne Altro fungo presente in zona e molto apprezzato è la mazza di tamburo (Macrolepiota procera)

Indirizzo

95036 Randazzo CT

Indicazioni stradali

Home

Servizi

Un anno di Feste Calendario Eventi

Feste religiose